A poche settimane dall’avvio della conferenza per gli sviluppatori del 5 giugno, manovre di avvicinamento di Apple alla presentazione dei suoi primi visori di realtà mista. Il colosso americano ha infatti depositato presso l’ufficio brevetti della Nuova Zelanda il marchio del sistema operativo associato al dispositivo, denominato “xrOs”.
Il giornalista Parker Ortolani ha postato su Twitter il risultato della scoperta, con l’immagine che riprende il nome “xOs” e il particolare carattere utilizzato, Sf Pro, lo stesso dei vari iOS, iPadOs e altri sistemi operativi di Apple. La domanda in Nuova Zelanda è stata presentata il 10 maggio da Deep Dive Llc, che si ritiene sia una delle società di copertura di Apple, utilizzate per dar seguito a procedure burocratiche relative a servizi e prodotti cercando di dare il meno possibile nell’occhio. In precedenza, Bloomberg aveva riferito come Apple avesse optato internamente per “xrOs” quale del software su cui si sarebbe basato il nuovo visore. Per esteso, xrOs vorrebbe dire “extended reality”, ossia realtà estesa, che comprende sia le funzioni di realtà aumentata, proprie di visori come i Meta Quest Pro, che di realtà aumentata, che di norma permettono di non isolarsi dall’ambiente circostante ma di continuare a “vedere” il mondo reale su cui vengono proiettati contenuti digitali. Precursori di quest’ultima tecnologia sono stati i Google Glass, gli occhiali che Big G ha definitivamente mandato in pensione quest’anno, a fronte di un flop perdurato nel tempo.
La Worldwide Developer Conference di Apple, in programma dal 5 al 9 giugno dovrebbe aprirsi con una presentazione del Ceo Tim Cook, seguita nei giorni successivi da sessioni dedicati ai vari progetti della compagnia, tra cui anche quelli relativi allo sviluppo di app per xrOs.