Apple è sulla strada per risolvere una class action avviata, mesi fa, da alcuni sviluppatori dell’App Store. Con un comunicato ufficiale, il colosso di Cupertino ha annunciato di aver raggiunto un accordo, che dovrà essere ratificato da una corte statunitense, per consentire alle aziende di applicare prezzi promozionali a giochi e app, comunicandoli direttamente all’utente finale, senza passare dall’App Store.
Quest’ultimo resterà l’unico luogo da cui prelevare le applicazioni, ma non il solo per effettuare le transazioni. Nella pratica, una singola software house potrà decidere di applicare uno sconto per l’acquisto di un videogame o di un’applicazione generica tramite una piattaforma di pagamento alternativa, ospitata ad esempio sul proprio sito web, che non rimandi per forza di cose all’App Store. In questo modo, si taglia di netto la commissione che la Mela prevede per gli introiti dovuti ai download, del 15% o del 30% a seconda della tipologia. Come anticipato, lo scaricamento e il download avverranno sempre dall’App Store, che mostrerà l’acquisto già effettuato. Restano invece ancora legate al negozio digitale le procedure di acquisto in-app. “Fin dall’inizio, l’App Store è stato un miracolo economico; il luogo più sicuro e affidabile per ottenere app – ha affermato Phil Schiller, vicepresidente per il product marketing di Apple – vorremmo ringraziare gli sviluppatori che hanno lavorato con noi per raggiungere questi accordi, a beneficio di tutti i nostri clienti”. Nel 2020 sono stati spesi più di 72 miliardi di dollari sull’App Store. Di questi, circa il 30% ha rappresentato un ricavo per Apple.